Ho sempre ritenuto, sia come docente sia come preside, che il giornale scolastico fosse un formidabile ausilio didattico e formativo. E’ un’attività avvincente che stimola le potenzialità creative, di organizzazione e relazionali degli studenti, i quali, operando con continuità, in modo assiduo e programmato alla redazione, alla stesura di articoli con riflessioni di varia natura, sviluppano le proprie capacità personali elaborative e critiche. Il lavoro in team, inoltre, consente agli allievi sul versante formativo di sentirsi parte attiva della scuola radicandosi in essi il senso di appartenenza al gruppo, alla realtà in cui vivono per il periodo degli studi. E’ un’occasione ed un’opportunità per valorizzare l’aspetto della socialità che costituisce valido strumento per trasformare la somma di individui, che opera a contatto per ore e per giorni, in un’aggregazione sociale di persone che vivono prospettive e situazione comuni pur nella consapevole diversità che ciascuno porta in sé. L’impegno quindi nel realizzare l’iniziativa del giornale scolastico, al pari delle altre attività che fanno da supporto alle discipline curriculari, risponde egregiamente alle finalità di natura didattica. Fornisce anche risposte più veritiere dal momento che questo spazio è sentito come proprio dagli allievi ed è percepito come autonomo ed in esso possono valorizzare quel che sentono ed intendono dire.

Certo, anche questa attività risponde a regole e riferimenti normativi e comportamentali a cui attenersi. Ma proprio per questo e per il fatto che risponde ad esigenze di autonomia risulta più genuina l’espressione del pensiero e più duttile la gestione della scrittura e degli stili. Il desiderio poi di condividere tutte le fasi di creazione di un giornale, se in tempi passati si traduceva in pratiche che oggi sanno di romantico, ricordate il ciclostile?, le macchine da scrivere? e l’inchiostro che imbrattava mani e fogli?, oggi si traduce nel padroneggiare i sistemi informatici e le strumentazioni telematiche che consentono modalità di approccio più congeniali e creative. La pratica del comporre giornali è, quindi, una buona esperienza che favorisce l’individuazione di potenziali giornalisti, scrittori, opinionisti, che, immessi nel mondo del lavoro, arricchiscono le voci del libero e consapevole dire. Nel nostro liceo, il giornale ha piena cittadinanza, esso continua una tradizione che risale, restando ai tempi più recenti e vicini a noi, agli anni ’50 del secolo scorso, quando, non certo con cadenza regolare, veniva pubblicato il “Maurolico”, una copia anastatica del quale fa bella mostra di sé nella sala docenti dell’istituto. Negli anni a seguire le pubblicazioni venivano riprese con “Koiné” dal sapore decisamente classico, emblematico però della voglia di un comune sentire che ha pervaso e pervade gli impegni culturali dei nostri studenti.
Dopo un’interruzione di breve tempo, da quindici anni in qua le pubblicazioni sono riprese con andamento regolare con 5, 6 edizioni in media all’anno. Ripercorrendo le quali ci possiamo rendere conto non solo delle evoluzioni del pensiero e del costume, che hanno accompagnato gli interventi degli studenti che si sono succeduti nel lavoro di redazione o nella stesura degli articoli, ma anche dei miglioramenti nel comporre un giornale: la veste tipografica più curata, l’impaginazione più ordinata, la disposizione più equilibrata degli articoli e delle immagini. Anche l’approccio stilistico, garbato ed elegante, distaccato e lontano da approssimazioni verbali o polemiche, il senso dell’humor e l’ironia più raffinata e rispettosa di persone, sentimenti, comportamenti, fanno pensare come questa modalità didattica oggi supportata da una tecnologia ben familiare ai nostri ragazzi, sia d’ausilio nel lavoro umile ed importante dei docenti che perseguono gli obiettivi formativi e d’istruzione che la società affida al sistema scolastico.
Ritengo che “Koiné” per ciò che riguarda il Maurolico, e le pubblicazioni degli altri istituti- di essi alcune pregevoli anche sul piano culturale- debbano costituire momento qualificante del fare scuola. Ai ragazzi, che sono passati per le nostre aule e che hanno gestito il giornale, un ringraziamento ideale per il contributo offerto e per aver garantito questa nobile tradizione, e agli studenti di oggi un augurio di buon lavoro e di traguardi sempre più prestigiosi.

Prof. Antonino Grasso – Preside

torna all'inizio del contenuto